DA: "Amore e Libertà" di OSHO

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Oliviero Angelo
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DA: "Amore e Libertà" di OSHO

Messaggioda Oliviero Angelo » 26/03/2010, 3:27

SULLA LIBERTA'

Perché non ci permettiamo l'un l'altro di essere? Perché non accettiamo semplicemente noi stessi e gli altri, così come siamo? Perché perseveriamo nell'inseguire la nostra stessa coda, cercando di essere diversi? Ovvero, più aperti, più consapevoli, più...
Spesso ci ripeti che ogni cosa è giusta e perfetta così com'è... Non è forse tempo di iniziare un nuovo gioco? Mi sto stancando del vecchio... la vita, l'amore, la paura, l'insicurezza sono cose squisite, così come sono. Cosa ci potrebbe essere di più?



Innanzitutto si deve comprendere una cosa: quel "di più" è già accaduto, e non ci può essere null'altro di più; ma è molto difficile da accettare, perché tu puoi sempre immaginare un di più. Il problema è frutto della tua immaginazione, e rimarrà fino a quando non lascerai perdere l'immaginazione in quanto tale.
Possiedi dieci milioni - ne puoi immaginare di più; possiedi dieci miliardi - ne puoi immaginare di più. Non c'è fine all'immaginazione. Il "di più" è frutto della facoltà di immaginare.
Gli alberi non desiderano null'altro, gli animali non bramano nessuna crescita, non stanno andando da nessuna parte... e il motivo è semplice: non hanno alcuna immaginazione.
Anche i Buddha non vanno da nessuna parte, anche loro non partecipano a questo folle gioco, perché hanno lasciato cadere l'immaginazione.
Se non lasci cadere l'immaginazione, non potrai lasciar perdere il "di più. "Di più" significa semplicemente che sei in grado di immaginare. Ti sei innamorato, ma puoi immaginare che sarebbe potuto accadere di più.
Ecco perché l'uomo resta continuamente insoddisfatto, la causa è la sua immaginazione.
Esiste una via d'uscita: o diventi idiota, regredendo... gli idioti non hanno problemi. Li puoi vedere sempre felici perché non sanno immaginare, sono privi di immaginazione. Molti, in nome della religione, hanno cercato di diventare idioti, cercando di praticare cose che rendono idioti.
(...)
Puoi far uso di droghe e, piano piano, perderai le tue facoltà sottili e la tua ricettività; diventerai stagnante, insensibile, distante e indifferente. Inizierai a ritirarti in te stesso, chiudendoti, e ogni immaginazione sarà perduta.
Alle persone sembra più facile perdere l'immaginazione in questo modo, perché è un percorso in discesa. Ma questo non è il modo per riempirsi di beatitudine, perché la beatitudine è possibile solo quando si è veramente intelligenti.
Gli alberi non chiedono di più, ma non sono neppure beati, perché non sono consapevoli. Come può accadere la beatitudine se non si è consapevoli? A noi sembrano beati perché possiamo vedere e osservare.
I fiori ci appaiono belli, i bambini ci appaiono belli - così silenziosi e così innocenti - perché noi possiamo osservarli e possiamo essere consapevoli; ma di per sé, essi sono semplicemente al di sotto della soglia della consapevolezza. Lì non accade nulla, perché quell'accadimento inizia solo con la consapevolezza.
Quindi, puoi lasciarti precipitare in un'esistenza ottusa, monotona, stagnante, piatta e a quel punto il gioco scompare. Oppure, puoi innalzarti, muoverti verso l'alto e pervenire a un punto dal quale il gioco sembra privo di ogni significato, si è come in cima a una collina e da lì si possono osservare le valli, e l'intero gioco sembra senza senso.
Ciò non significa smettere di giocarlo, lo continuerai perché sarà privo di significato, ma bello. Continuerai a giocare senza avere più alcuna idea di un qualsiasi scopo. Vi partecipi, ma non sei più un partecipante.
Questo è il significato del detto zen: "Sii nel mondo, ma non farne parte". Sii nel mondo, ma non permettere al mondo di entrare in te. Muoviti nel fiume, ma non lasciarti toccare dall'acqua, non permettere all'acqua di toccarti.
Nel gioco non c'è nulla di sbagliato, se si comprende che è solo un gioco; in questo caso lo si può giocare. Il problema sorge quando si prende il gioco troppo seriamente. Osserva le persone: perfino giocando a carte diventano serissime. Persino giocando a scacchi si diventa serissimi e si è tesi.
Sanno che è un gioco, ma se ne dimenticano continuamente. Il gioco diventa serio.
E' bello parteciparvi. Ma divenire seri crea ansietà;diventare molto seri nel gioco può generare follia.
(...)
Non c'è nulla di sbagliato nel giocare, ma non prendetelo seriamente.


Ma esaminiamo dunque la domanda passo per passo.
Primo: "Perché non ci permettiamo l'un l'altro di essere?". Perché non siamo noi stessi quindi, come possiamo permettere agli altri di essere se stessi? Potete permettere agli altri solo ciò che avete permesso a voi stessi. Non potete permettere nulla più di questo, ricordatelo. Se non siete liberi, non permettete alcuna libertà a nessun altro. Se siete repressi, non permetterete agli altri di esprimersi.
Qualsiasi cosa siate, cercate in continuazione di imporla agli altri con la forza. Vorreste che tutti non fossero altro che una vostra immagine; questo genera in voi una sensazione profondamente egoica: tutti vi stanno imitando, tutti sono la vostra fotocopia. E questo vi farà sentire a vostro agio. - tutti come voi. Se qualcuno è libero e voi permettete la libertà, ma voi stessi non siete liberi, proverete una profonda depressione paragonandovi. Ed è così che la repressione è stata perpetuata nei secoli.
I genitori, repressi dai loro genitori, hanno represso i loro figli e questi reprimeranno i loro figli. E' una catena che è molto difficile rompere. Solo raramente qualcuno raccoglie il coraggio necessario per diventare così individualista da saltarne fuori.
Saltare fuori da questa catena è saltare fuori dal mondo. In questo modo non sarete più condizionati da nessuno e non condizionerete più nessun altro. Allora vivrete nella libertà e comunicherete libertà.
In ogni caso, voi potete donare solo ciò che avete. L'essere non lo avete; come potete permetterlo ad altri? State costantemente cercando vie e mezzi per distruggere la libertà dell'altro, per dominare, per possedere, per comandare, per obbligare all'obbedienza. Non siete affatto acquietati, ancora non siete arrivati a casa. Non siete appagati e non potete permettere a nessuno di esserlo. Siete come un albero spoglio - non potete permettere ad altri alberi di avere frutti, perché questo vi ferisce nel profondo.


(FINE 1° PARTE) - CONTINUA...
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Oliviero Angelo
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Messaggioda Oliviero Angelo » 27/03/2010, 2:23

Tu mi chiedi: "Perché non ci permettiamo l'un l'altro di essere?". Perché non siete.
Quindi, incominciate dall'inizio: come prima cosa, siate! Prima di tutto permettete a voi stessi di essere, allora potrete permetterlo anche agli altri.
Io vi posso dare libertà assoluta. Qui non ho alcuna disciplina da insegnarvi, perché ho assaporato la libertà assoluta e so che, se ne avrete un assaggio - per quanto possa essere piccolo - tutta la vostra vita ne sarà trasformata.
Vorreste che vi dessi una disciplina. La gente viene a dirmi: "Dacci una disciplina... regole ben precise - cosa dobbiamo fare e cosa non dobbiamo fare. Non ci dai mai alcuna regola precisa. Parli sempre in modo vago". A loro sembro vago. Essi dicono: "Parli in modo ambiguo, non riusciamo a stabilire ciò che vuoi dire. Perché non ci dai delle regole? Perché non riassumi in punti precisi ciò che insegni? Perché non metti tutto ciò in comandamenti, come i dieci comandamenti? In quel caso, sarebbe facile per noi seguirti, e non saremmo così confusi. Perché ci confondi?".
Non vi sto confondendo. Vi sto solo dando totale libertà e, naturalmente, la libertà confonde; confonde perché dovete decidere a ogni istante. Non sarò io a decidere per voi. Chi sono io per decidere al posto vostro? Chiunque decida per voi è un omicida; e voi siete alla ricerca dei vostri assassini. Volete qualcuno che si prenda tutta la responsabilità.
Ecco ciò che chiedete: regole precise affinché non sia necessario per voi essere consapevoli, affinché non dobbiate essere pronti a rispondere, affinché non dobbiate essere responsabili. Qualunque cosa accada, potrete aprire il libro dei comandamenti e seguirne le regole. Piano piano, potrete imparare il libro come i pappagalli, lo memorizzerete e potrete funzionare attraverso la memoria. Così non avrete la necessità di funzionare attraverso il vostro centro.
Ogniqualvolta vengono date delle regole, l'uomo non sarà libero, ricordatelo. Se ha raggiunto la libertà saprà, deve sapere, che la libertà inizia dal primo passo; non è qualcosa che accade alla fine, inizia dall'inizio. Dovete seminare i semi della libertà, solo così sarete in grado di raccogliere la libertà, la liberazione, il nirvana.



"Perché non ci permettiamo l'un l'altro di essere?"
Perché non siete; voi siete una non entità; non esistete ancora. Siete solo un sogno, e anche quello è un guazzabuglio. Non avete ancora alcuna integrità, non siete un'unità. Balzate addosso agli altri, chiunque cada nel vostro territorio - i vostri figli, vostra moglie, vostro marito, vostra madre, vostro padre, i vostri amici - chiunque sia a disposizione, gli saltate addosso e schiacciate la sua libertà. Una volta schiacciata, vi sentite a vostro agio, perché ora non c'è alcun pericolo.
Se veramente desiderate dare la libertà agli altri, dovrete cominciare da casa vostra. Ogni cosa inizia dalla propria casa. Siate liberi, diventate un essere. Godete di questa incredibile libertà che la vita vi concede. Non seguite alcuna regola. Seguite solo una cosa: la vostra consapevolezza; e permettete alla vostra consapevolezza di decidere ciò che deve essere fatto, momento per momento, con freschezza.
Non è necessario funzionare attraverso la memoria e attraverso il vissuto passato, le esperienze. Funzionate tramite una consapevolezza vergine, con un sapere fresco e una consapevolezza innocente. Allora scoprirete com'è bello essere liberi, e vedrete come è bello vivere con persone libere. Infatti, vivere con i prigionieri significa divenire prigionieri noi stessi.
Avete mai osservato che un carceriere non è un uomo libero, non può esserlo. Un carceriere è più imprigionato di un carcerato. Se costringete tante persone a essere prigioniere, come potrete essere liberi?
Quella prigionia imposta con la forza, si rifletterà anche nel vostro essere: voi stessi diventerete prigionieri. Non imponete mai alcuna prigionia a nessuno. Permetete la libertà e sarete liberi. Siate liberi, e potrete permettere più libertà. Le due cose si accompagnano.


(FINE 2° PARTE) - CONTINUA...
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Messaggioda Oliviero Angelo » 27/03/2010, 2:57

"Perché non accettiamo semplicemente noi stessi e gli altri, così come siamo?"
Perché siete stati condizionati a rifiutare, a non accettare. Siete stati condizionati a negare, siete stati condizionati a dire di no. Non sapete ancora dire di si. Siete stati condizionati a condannare; siete stati condannati e fate la stessa cosa agli altri. Vi condannate di continuo e naturalmente dovete fare la stessa cosa con gli altri. Non potete fare altrimenti.
I vostri genitori vi dicevano: "Sbagli, questo non è giusto, questo non si dovrebbe mai fare", e ve lo hanno ripetuto mille e una volta. Voi avete raccolto quel messaggio, per cui: "Io non sono accettato per quello che sono, non sono amato così come sono".
Se appagate i desideri dei vostri genitori, vi amano; il loro amore è un baratto. Se li seguite come delle ombre, vi apprezzano, vi approvano; ma solo se cercate di essere un po' liberi e di essere un individuo, vi sono contro - i loro occhi, il loro comportamento, ogni cosa cambia. E i bambini sono assolutamente inermi: per poter sopravvivere devono diventare politici, devono accettare tutto ciò che i genitori dicono.
Poi c'è la società, e l'istituzione dell'istruzione. Pian piano precipiterete sempre più nel caos, perché tutti coloro che vi circondano non fanno altro che costringervi a seguirli. Poi ci sono i preti e i politici, tutti i benefattori, e anche costoro desiderano tutti che li seguiate, e tutti vi hanno indottrinato. La vostra mente è una mente condizionata. Ecco perché non potete accettare voi stessi e non potete accettare gli altri.
Eppure quella possibilità esiste. Se comprendete tutto questo - cioè che si tratta solo di un condizionamento - potrete saltarne fuori puliti, in questo preciso istante!
Non identificatei con il condizonamento, quella è l'unica via. Non pensate di essere quel condizionamento; ricordate semplicemente che è la società a parlare attraverso di voi. Non definitelo la vostra coscienza, non lo è. Si tratta di una pseudocoscienza creata dalla società. E' un trucco, un trucco molto pericoloso; di fatto la società ha impresso in voi le sue idee, ed esse operano come la vostra coscienza. In realtà, non permettono alla coscienza reale di venire in superficie, non permettono alla vostra consapevolezza di entrare in gioco e assumersi la responsabilità della vostra vita.
La società è estremamente politica. All'esterno ha istituito il poliziotto e il magistrato; all'interno ha messo la coscienza, cioè il poliziotto interiore, il magistrato interiore.
E neppure questo accorgimento l'ha soddisfatta: al di sopra ha collocato un Dio, un superpoliziotto, il capo della polizia, che vi osserva da lassù, anche quando siete in gabinetto. Qualcuno vi segue di continuo, non siete mai lasciati soli, liberi di essere voi stessi.
Lasciate cadere tutto questo - questa è la vostra idea e voi ne restate aggrappati. Vi è stata data da altri. Vi è stata data quando eravate così piccoli che non ve ne ricordate neppure, ma si tratta di uno stratagemma politico, non è religioso.
La religione è un decondizionamento. Il processo della religione è in sé un decondizionarvi, liberarvi da tutti i condizionamenti e permettervi di essere qualsiasi cosa è previsto che voi siate, permettervi il vostro destino.
Abbandonate questo condizionamento, questo è quanto deve fare un dropout. Non deve semplicemente uscire dalla società - questo non servirà, infatti dove andrà? Anche se diventi un Hippie e abbandoni la società, ne creerai una alternativa, e di nuovo ci saranno regole e di nuovo ci saranno condizionamenti. Se vivete nella società istituzionalizzata, non vi sarà permesso portare capelli lunghi, ma se vivete nella società degli hippie, non potrete avere i capelli corti. Ebbene, si tratta della stessa cosa.
(...)
Si può uscire dalla società solo in un modo estremamente sottile, non esiste una possibilità macroscopica. La Via sottile è questa: lascia cadere dentro di te lo strato di condizionamento. Ricorda semplicemente che ora sei maturo a sufficienza per non preoccuparti più di ciò che gli altri dicono; devi essere te stesso. E divertiti, inizia a godere questa libertà, allora sarai in grado di dare libertà anche agli altri, perché se vuoi che la tua libertà cresca, avrai bisogno di essere circondato da persone libere, perché la libertà può prosperare solo con persone libere.



(FINE 3° PARTE) - CONTINUA...
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Messaggioda Oliviero Angelo » 28/03/2010, 0:57

"Perché perseveriamo nell'inseguire la nostra stessa coda, cercando di essere diversi?
Ovvero, più aperti, più consapevoli, più...
Spesso ci ripeti che ogni cosa è giusta e perfetta così com'è..."



Io l'ho detto, ma tu non mi hai ascoltato.
Ciò che dico non ti cambierà, se non lo ascolti. Per questo continuo a ripeterlo in modi diversi. Il mio messaggio è lo stesso: non dico una verità nuova ogni giorno. Continuo a dire la stessa verità in modi diversi, usando espressioni diverse.
Certo, sono costretto a martellarvi da ogni direzione, perché vedo che siete profondamente addormentati. Posso sentire il vostro russare. Io parlo, e in un certo senso voi lo sentite, poiché non siete sordi, ma ancora non mi avete ascoltato... tu non mi ascolti.
Una volta che l'avrai ascoltato, cioè una volta che il messaggio ha colpito la tua dimora, ovvero ha raggiunto il tuo cuore, questa domanda non sorgerà più: a quel punto non chiederai più "Perché?"; all'improvviso sarai in grado di vedere e la chiarezza affiorerà in te. Vedrai che l'intero gioco si riduce a questo: ti hanno insegnato a migliorarti, a non arrenderti mai; ti hanno insegnato a restare scontento. Ti hanno insegnato che se non si è scontenti, non si evolve mai. Se non si è scontenti, si vegeta. Sii insoddisfatto! Chiedi di più!E continua a chiedere sempre di più. Se non chiedi, nessuno ti darà mai nulla.


"Non è forse tempo di iniziare un nuovo gioco?"

Ma il nuovo gioco sarà lo stesso di sempre, se non c'è una mente nuova. Potete giocare il nuovo gioco, ed è ciò che state facendo.Che cos'è questo colore arancione e il mala che vi chiedo di indossare? E' un nuovo gioco, con un nome nuovo; ma se la mente non è cambiata, se non c'è stata una rivoluzione dentro di voi, prima o poi anche questo gioco diventerà vecchio.
(...)
E' molto facile cambiare gli abiti, è molto facile cambiare il nome, ma è molto difficile cambiare l'atteggiamento e la visione.
Cosa farai? Anche se incomincerai un nuovo gioco, sarai lo stesso. Solo il nome del gioco cambierà, nient'altro. Se rimani lo stesso di sempre, il risultato sarà identico anche con il nuovo gioco.
Non ha senso cambiare il gioco. Il punto, il punto fondamentale, sta nel cambiare te stesso.
(...) La cosa importante è cambiare. Devi avere una visione completamente diversa.
Cosa intendo dire? Nel mondo esistono due tipi di visione. Una, quella della persona non illuminata, e cioè: accumulare di più, di qualunque cosa si tratti, denaro o meditazione, non è importante, basta che si accumuli, che si abbia di più.
La persona non illuminata è interessata ad avere. Conosce un solo modo di essere, quello dell'avere: una casa grande, una macchina potente, più soldi, più virtù, più denaro in banca... in questo mondo o nell'altro, avere di più, più donne, più uomini, più storie d'amore, di più. La sua idea di essere si fonda sull'avere di più.
Avere non ha nulla a che fare con essere.
Potete avere il mondo intero, ma l'essere non sarà mai frutto di tutto ciò.
(...)
Esiste poi l'altra visione, quella della persona illuminata. E' un cambiamento, un cambiamento radicale. Essere è importante, non avere. In questo caso non si tratta di progredire: voi siete già, non potete essere più di ciò che già siete. Potete avere di più ma non potete essere di più.
Lasciatemelo ripetere: potete avere di più - una casa più grande, non c'è alcun problema; sicuramente potrete avere più soldi. Anche se siete presidente di una nazione, potete avere più potere. Anche se siete un grande santo, potete avere più virtù.
Ma il Tutto ... la dimensione dell'avere è sempre la dimensione della scontentezza.
La dimensione dell'essere: voi siete già ciò che potete essere. La meta è già raggiunta: non c'è luogo dove andare.
La dimensione dell'avere è la dimensione estroversa, quella dell'essere è introversa.
Andate dentro di voi, solo per vedere chi siete. Prima di tutto arriviamo a conoscere chi siamo, cosa siamo. Io non sono contrario al possedere le cose, potete averne, ma prima abbiate il vostro essere. Non sono contro vivere in una casa magnifica - viveteci, non c'è nulla di male in ciò - ma prima vivete nel vostro essere interiore, poi tutto il resto va bene.
(...)
Tutta la mia enfasi è: prima devi essere! Poi ogni cosa va bene. Ma se prima non sei, nulla andrà bene, perché potrai avere tutto quanto desideri e tuttavia resterai insoddisfatto e non appagato.
(...)
Quando ti dico di operare un cambiamento radicale, intendo dire "cambia le tue radici". Non è di alcuna utilità cambiare le foglie, potare i rami: cambia le radici, cambia il tuo terreno. Sii! Celebra! Non manca nulla. Canta, balla, ama, ridi, piangi - non manca nulla.


(FINE 4° PARTE) - CONTINUA...
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Messaggioda Oliviero Angelo » 29/03/2010, 11:44

"Mi sto stancando del vecchio gioco."


Puoi stancarti di un vecchio gioco e cambiare con uno nuovo e, di nuovo, stancarti del nuovo perché ogni nuova cosa diventerà vecchia un giorno. Chi è stanco del vecchio gioco? E' la mente che si stanca sempre del vecchio e desidera sempre qualcosa di nuovo.
Prabha mi ha fatto questa domanda, ma non ha compreso ciò che mi chiede. Se siete stanchi del vecchio gioco e ne cercate uno nuovo, significa che state cercando di nuovo qualcosa di più. Stufi del vecchio desiderate qualcosa di nuovo - una nuova sensazione, un nuovo eccitamento. Ma prima o poi il nuovo diventerà vecchio, e allora?
Ogni cosa nuova diventerà vecchia, perché ogni cosa vecchia un tempo era nuova.
Cercate di comprendere ciò che vi dico. Non è di alcuna utilità cambiare il gioco A per B e il gioco B per C. Potrete continuare a saltare di qua e di là all'infinito; il cambiamento deve avvenir dentro di voi. Diventate voi stessi nuovi, allora ogni cosa rimarrà nuova e nulla potrà mai ridursi alla noia. A quel punto non sarete mai stanchi.
Diventate nuovi voi stessi, non il gioco; portate le novità dentro di voi.
E l'essere è sempre nuovo, perché accade in continuazione... muore continuamente e rinasce in continuazione. A ogni istante il vostro respiro è fresco, nel momento in cui ristagna, viene espirato e un nuovo respiro si affretta ad avvolgervi. Allo stesso modo, Dio si affretta in voi e a ogni istante, il Dio che ristagna viene espulso... e il nuovo Dio entra in voi.
Il vostro fiume scorre: fate conoscenza con questo fiume interiore di consapevolezza, questo ruscello che è perennemente fresco; per sua stessa natura è sempre fresco e non può essere vecchio. La mente è sempre annoiata, la consapevolezza mai.


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Messaggioda drago-lontra blu » 29/03/2010, 21:31

Ricorda semplicemente che ora sei maturo a sufficienza per
non preoccuparti più di ciò che gli altri dicono; devi essere te stesso....

tutto è in continua mutazione, mi sveglio al mattino e mi accorgo che ciò a cui tenevo ieri oggi non mi interessa più, per questo ho girato girato girato, storie diverse, percorsi alternativi, nuovi lavori, , ma senza questo girare, non avrei potuto comprendere che in effetti tutte le Vie sono un Via unica.
Essere.
Dico sempre che sono molte cose, proprio perché ho preso ciò che mi serviva da ogni percorso, fino a quando ho smesso, praticamente le nuove cose le affronto unicamente per curiosità.
Ma ogni cosa mi lascia una piccola parte di sè, permettendomi si aggiungere un tassello ai miei perché.
Ricerca, è questo che mi interessa, fine a se stessa, non il cosa, perché il cosa, sono io.

Grazie fratellone.
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Messaggioda Oliviero Angelo » 01/04/2010, 1:31

Grazie mia amata sorellona d'anima dragosissima !

Leggo solo ora, in questo momento notturno, la tua risposta.
Mi era proprio sfuggita...
Si, hai ragione, la chiave è: essere se stessi.
Ma prima ancora è sapere chi si è.
Infine ESSERE!
Quando si è tutto ciò che si può essere, tutto il resto viene da sè ed ogni gradino nella ricerca del Vero è un tassello in più che arricchisce di domande chi ha già risposto all'unica che vale la pena porsi: "Chi sono, io?"
Ti abbraccio con profondo Amore

Gladius Lucis (o Kà, se preferisci...)
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