
E' una pianta che io amo follemente...me ne sono interessata la prima volta per una mera curiosità, in un catalogo di un vivaio un po' insolito era indicata come "pianta vagabonda " ...mi ricordo di aver riso, e di aver pensato che solo per questo motivo...poteva andare bene anche per me.
Si classifica così per la sua grande capacità di autodisseminarsi e per la profonda vitalità dei suoi semi.
Cresce anche spontanea, in alcuni giardini ma ormai è difficile trovarla in natura.
I semini sono così piccoli...io combino sempre disarstri perché ne semino sempre tantissimi e...questi spuntano proprio tutti!!!!
Non ha usi erboristici particolari (almeno, io non ne conosco e non mi sento di consigliarne), perché è davvero velenosa ed altamente tossica.
Solo con un uso medico attento e controllato è possibile beneficiare dei suoi effetti che interessano tanto il muscolo cardiaco, anticamente veniva utilizzata dalla medicina popolare, ma è necessaria una conoscenza precisissima delle dosi e dei metodi.
E' associata all'elemento acqua e al pianeta Venere...di cui ha indubbiamente l'assoluta bellezza...un tipo di bellezza che sembra 'lontana' ma è invece così semplice, così diretta.
Io la tengo in giardino perché assicura la protezione delle creature fatate...ed in effetti i suoi fiori, 'ditali' delicati sembrano perfette case di fate..soprattutto dopo i temporali, quando le gocce d'acqua si illuminano dei bagliori purpurei sembra di sentirla ridere di gioia.
E' un'intelligenza vivace, allegra e davvero tanto protettiva...a me mette gioia solo quando le passo accanto.
Mi piace ragalarla alle persone che amo, perché sono certa che porterà gioia e protezione nella loro vita.
E' molto comune e diffusa in Scozia: le donne gallesi usavano le foglie di digitale per preparare un inchiostro di colore nero con cui dipingevano delle croci sui sassi intorno a casa per tenere lontane le negatività.
La mia deve ancora fiorire...in genere fiorisce la sua seconda primavera....appena si decide pubblico le foto...

«E di': non lo ricordi
quell'orto chiuso? i rovi con le more?
i ginepri tra cui zirlano i tordi?
i bussi amari? quel segreto canto
misterioso, con quel fiore, fior di...?»
Giovanni Pascoli, la digitale purpurea